DEAR FUTURE ME... BASTA ESSERE FORTE!

Tanti anni fa ho usato una piattaforma web per inviare una email alla me del futuro.

Sì esatto, non mi bastava la me del presente con gli attuali problemi da affrontare, al tempo questa mi sembrava un'ottima idea: un giorno qualunque facciamoci arrivare una email direttamente dal 2020 dove mi ricordo quanto male stavo e mi vomito addosso un po' di sofferenza.

Detta così suona malissimo, ma ci sono vari aspetti da analizzare riguardanti questa follia autodistruttiva.

Questo tema l'ho sviluppato partendo da un reminder che mi è arrivato l'altro giorno via email proprio da Dear Future Me... ricordandomi di inviare qualche email alla me decrepita del futuro, e ho sorriso (non pensando alla me decrepita, ovviamente). 
Mi sono così ricordata di quei momenti in cui, presa dalla disperazione e incapace di comunicare all'esterno la mia sofferenza, avevo deciso di parlarne direttamente a me stessa, molto fiduciosa che la me del futuro avesse sicuramente superato certe cose e stesse vivendo her best life (nonostante io non avessi la benché minima idea di cosa potesse essere la best life per me. Spoiler? Neppure ora).

Devo dire che la mia visione alquanto speranzosa ed ottimista del tempo non era del tutto sbagliata, sicuramente certi aspetti descritti in quelle email ora non ci sono più, che però ce ne siano altri... questo è un altro discorso.

Focalizziamoci sulla liberazione che provavo in quei momenti in cui buttavo fuori tutto, ricordo che scrivevo anche per paura di dimenticarmi certe sensazioni e certi pensieri, ritenevo estremamente importante farne tesoro e ricordarmene nel futuro, probabilmente per far tirare alla me del futuro un gran sospiro di sollievo per averle superate. Molto saggio, no?
Aggiungerei anche poterci (perchè no?) ridere sopra, provare tenerezza nel leggermi così angosciata, ma allo stesso tempo fiduciosa che potessi cambiare le cose (Me del passato stai serena: confermo essere possibile).

E fin qua uno direbbe: beh, cosa c'è di male in tutto questo?

Un concetto ridondante in questi miei scritti era il sei una persona forte, concetto portato all'esasperazione, finendo per avere il dubbio fosse più una autoimposizione e convinzione, che la realtà dei fatti. E perché poi?

La prima a farmi crollare questa visione di me stessa con l'armatura e l'ascia pronta a sconfiggere ogni dolore e meritare così maestose statue in mio onore è stata proprio la psicologa che, dopo averle letto una di queste famose email, ha esordito dicendo "Vedi, hai sempre avuto questa falsa idea di te stessa".
La cosa mi ha fatto un po' male, ma anche riflettere, dato che le auto imposizioni sono il mio forte e di conseguenza anche le maschere da indossare nelle varie situazioni (sto migliorando, anche perchè non tutte coprono le rughe).
Aveva ragione, c'è poco da fare, mi stavo raccontando una favola e avevo deciso di riproporla all'esterno, così che nessuno potesse pensare neanche per un secondo che io fossi debole.

Che poi, cosa significa debole? Cosa significa forte? Ovviamente restando nel tema di cui sopra.
Al momento attuale, direi che forte è chi è conscio delle proprie debolezze e vive la realtà e la affronta, ma se mi chiedeste la definizione di debole avrei delle difficoltà a trovare una definizione, forse perchè la prima cosa che mi viene in mente è scappare dalle proprie emozioni e dalla realtà e collegherei questo al mio atteggiamento del tempo.

Ancora più in profondità: perché ci vietiamo di essere davvero noi stessi in primis proprio con noi stessi, e poi con l'esterno? Cosa ci fa paura?
La retorica dell' essere forti non è più così preponderante, anzi, si fa sempre più spazio il concetto della fragilità della salute mentale, argomento che è sempre più sulla bocca di tutti senza vergogna alcuna (come è giusto che sia), e a volte viene anche un po' esasperato e usato per attirare l'attenzione o dimostrare un'umanità e/o vicinanza alle persone, per esempio dagli influencer (tono critico, lo so).

Credo che sia davvero importante non mescolare le emozioni, non imporci di essere forti quando vorremmo solo del conforto da qualcuno che reputiamo vicino, e neppure immergerci in un vortice di negatività quando ci succedono cose belle.

C'è una frase buddista che fa al caso nostro: "Quando c'è da soffrire, soffri; quando c'è da gioire, gioisci. Considera allo stesso modo sofferenza e gioia."

E penso che possa riassumere molto di quanto discusso.

Ps. se volete scrivere ai voi decrepiti del futuro per dirgli qualcosa, la trovo comunque un'ottima idea, siate sinceri. 

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