QUANDO L'AMICIZIA DIPENDEVA DA UN POLLICE IN SU

Lo so, lo so.
Sono assente da un po' ma mi giustifico nel migliore dei modi e senza aggiungere altro: sono gemelli (di maggio). 😁

Molti di voi (fingiamo che mi leggiate in milioni e milioni) penseranno che dopo tutti questi mesi di silenzio io abbia ora tantissimi argomenti di cui parlare, volumi e volumi di introspezioni psicologiche... e potreste anche avere ragione, bisognerà poi capire se avrò voglia di sviluppare i vari temi e soprattutto quando

Dato che non sono fan dei fili logici e temporali, un tema del quale mi sento di parlare oggi fa riferimento ad un podcast che ho iniziato ad ascoltare ieri che è arrivato nel momento giusto.
Parlo del Mel Robbins podcast, non so in quanti ne abbiano sentito parlare, io mi sono informata un po' leggendo le intro dei vari episodi e ho notato che c'era pesantezza d'animo sufficiente per attirare la mia attenzione e sfamare il mio bisogno di introspezione mentale giornaliero.

Il podcast che ho ascoltato ieri parlava del ruolo dell'amicizia nella vita adulta, come vengono categorizzati gli amici, il nostro ruolo all'interno delle relazioni, le aspettative e alcuni strumenti per poter vivere le amicizie in maniera più sana e consapevole.
Insomma, niente di più difficile.

C'è chi si ricorda che una volta le amicizie venivano decise in base al pollice girato in su o in giù e chi mente.
Onestamente? Quanta leggerezza, spensieratezza e responsabilità inesistente. Allettanti.
Ho già detto che sono gemelli?

Una cosa che negli anni ho sempre faticato ad accettare e vivere in maniera serena è il cambiamento. 
Le fasi della vita sono tante e a me è sempre piaciuto esplorarle e viverle appieno tutte.
Ho già detto che sono gemelli?

Se solo penso che fino a qualche anno fa vivevo di aperitivi e serate, mentre ora vedo l'alba solo la mattina andando in palestra o a correre, ho almeno tre libri di cucina vegetale, l'alcool è solo un vecchio amico e alle 21 ho sonno e prendo sonno con i miei gatti in divano.

Detto questo, è inevitabile che quindi nelle varie fasi ti avvicini a chi è più simile a te, i cosiddetti friends for a season.
Sono quelli che incontri durante una determinata fase, ma non è detto che non ti possano accompagnare per una vita intera.

E ho capito che il grande spartiacque per capire se una persona è un friend for a season o un amico per la vita è proprio il cambiamento.

Ci sono persone che assistono a tutti i tuoi cambiamenti e faranno sempre e comunque il tifo per te. 
Decidi di divertirti e vivere appieno la leggerezza e superficialità dei vent'anni? Sono in prima linea con te a darti i peggiori consigli al mondo. Ed è esattamente quello di cui hai bisogno.
Cambi tutto e la tua passione diventa iscriverti a dieci mezze maratone all'anno, fare sport ogni giorno, diventare vegetariano e innalzare la bandiera della vita sana? Loro sono sempre là, che tifano per te.

Sono rare queste persone, ma nel podcast Mel le chiama 4am friends, sono quelli che se chiami alle 4 di mattina perchè hai bisogno di parlare ti rispondono.
Aggiunge che se hai anche solo una persona nella tua vita che definisci in questo modo puoi stare tranquillo: andrà tutto bene.

Quindi la domanda è: cosa si fa con i seasonal friends che non seguono la linea del tuo cambiamento come vorresti o semplicemente viene a mancare l'incastro che una volta teneva salda l'amicizia?
Devi avere il coraggio di lasciare andare, perchè alla fine stai dicendo addio anche ad una parte di te che ormai non esiste più e credo che forse sia questo l'aspetto più difficile.
Il lato positivo è che in questo modo ti apri a nuove opportunità, nuove amicizie che meglio sposano le tue nuove esigenze e il nuovo te
Potrebbero addirittura diventare 4am friends se solo ci concediamo la possibilità di essere più flessibili riguardo le amicizie.

PS. Ho una brutta notizia per noi millennials: Mel alla fine del podcast sottolinea come sia necessario uscire di casa per coltivare nuove (o già esistenti) relazioni, abbandonare il divano di venerdì sera e aprirsi a nuove iniziative e possibilità. Niente di più tragico, sbaglio? 

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